Recensione – Bioshock (Xbox 360)

di • 29 agosto 2007 • RecensioneCommenti (0)1324

Titolo: Bioshock
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: 2K Boston / 2K Australia
Publisher: 2K Games
Data di uscita: 24 Agosto 2007

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Bioshock è un titolo che, sin dal suo annuncio, ha dovuto fare i conti con un’eredità molto pesante come quella di System Shock 2 e con un livello di aspettative estremamente elevato, a tratti inspiegabile per una nuova proprietà intellettuale.

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D’altro canto, gli sviluppatori in questi due anni non si sono mai voluti sbilanciare, consci di avere tra le mani un titolo molto promettente ma difficile da spiegare ed interpretare, tanto che si sono spesso limitati a definirlo "un FPS."

Solo ora, finalmente, possiamo dire con certezza cosa sia la nuova fatica 2K Games: non è (solo) un FPS, non è un RPG e neanche un’avventura; Bioshock è semplicemente un capolavoro e, probabilmente, il miglior titolo attualmente sul mercato per Xbox 360.

Una scomoda… eredità

Il nuovo nato in casa 2K non sembra essere innovativo quanto fu a suo tempo (1999) l’osannato System Shock, ma l’impressione viene da un fraintendimento: Bioshock non ne è l’erede spirituale. Non vuole esserlo.

Di conseguenza, tutti coloro i quali saranno in grado di non aspettarsi un "System Shock 3" non saranno traditi dal gioco e non rimpiangeranno la mancanza di quelle caratteristiche che hanno fatto la fortuna dei giochi Irrational Games. Tolto l’inventario, gli attributi legati alle armi ed agli oggetti ed a causa di altri piccoli smussamenti, Bioshock può sembrare meno profondo del "necessario", ma nella realtà è semplicemente meno gioco di ruolo e più un titolo d’azione, meno di nicchia e più "commerciale", nel senso buono del termine naturalmente.

Nell’universo di Rapture

L’ambientazione, innanzitutto, risulta essere uno dei maggiori punti di forza del gioco; infatti, grazie all’atmosfera fantascientifica in stile anni ’40 e ad una storia coinvolgente, Bioshock riesce letteralmente a rapire il giocatore e a trasportarlo in un universo surreale che poteva nascere evidentemente solo da una mente malata: quella di Andrew Ryan.

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[img alt='La città di Rapture' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1306/picture53422.aspx[/img]

Nata dalla visione di un uomo che non poteva sopportare di vedere il "sudore della propria fronte" usato per aiutare gli altri e ispirata alla Metropolis di Fritz Lang (città descritta dalla storica pellicola fantascientifica del 1927), Rapture – così si chiama la città sommersa del gioco – si basa su quegli ideali di libertà e completa autonomia che tanto ci attraggono anche nel mondo reale. A questo paradiso mancava solo un ideale per rendersi perfetto: il concetto che la propria libertà deve necessariamente finire là dove inizia quella altrui. Questa tessera mancante è quella che ha dato il via alle manipolazioni genetiche permesse da una sostanza chiamata ADAM ed è anche stata il principale motivo del tracollo di tutto l’esperimento sociale.

Naturalmente, il fato avverso farà in modo che il nostro aereo cada proprio nelle vicinanze dell’entrata della città e che sia il 1960. Solo un anno prima avremmo potuto chiedere aiuto senza problemi, solo un anno prima avremmo probabilmente deciso di fermarci a vivere a Rapture. Ma qualcosa successe nel 1959 e quello che dovremo fare è scoprire cosa devastò una civiltà così fiorente e quali pericoli stiamo correndo anche solo respirando l’aria di Rapture.

Un esperimento riuscito

Al di là del clamore generale che ha suscitato il titolo, Bioshock nelle sue componenti base è un gioco piuttosto ordinario: con una visuale in prima persona dovremo salvarci da orde di esseri più o meno (dis)umani usando tutte le armi a nostra disposizione che saranno, essenzialmente, di due tipi (da fuoco e soprannaturali).

Il più grande merito del gioco è quindi quello di riuscire ad essere più della mera somma delle sue parti: questo è l’esperimento più riuscito da parte degli sviluppatori e l’obiettivo è stato raggiunto tramite l’inserimento di particolari tanto piccoli quanto importanti che fanno da collagene ad un game-play di per sé molto ispirato e bilanciato.

[img alt='Uno dei primi Plasmidi utilizzabili nel gioco: "Elettricità"']/immagini/Giochi/category1306/picture47148.aspx[/img]

Infatti, oltre che sulle classiche armi presenti in un FPS (pistola, mitra e fucili vari), Bioshock basa il proprio game-play sui risultati degli esperimenti genetici condotti nella città di Rapture ed in particolare sui Plasmidi – potenziamenti che il protagonista può iniettarsi per acquisire nuove abilità – e sull’ADAM – sostanza alla base dell’attivazione dei Plasmidi e dei macchinari di Rapture. Procurarci abbastanza ADAM e scoprire quanti più Plasmidi possibile sarà, quindi, un problema continuo nel corso delle 20 ore di gioco e ci porrà di fronte a decisioni morali particolarmente difficili perché coinvolgeranno personaggi che ci chiederanno di avere pietà, ma la cui morte ci aiuterebbe molto nel corso dell’avventura.

Il caso più eclatante, a questo proposito, è quello che vede protagoniste le "Little Sisters" (o "sorelline"), bambine che percorrono le strade della città prelevando il prezioso ADAM dai cadaveri e che ci chiederanno di avere pietà nel momento in cui dovremo decidere se sacrificarle per sopravvivere o meno.

Naturalmente, questi personaggi non saranno indifesi, ma potranno contare sul sostegno di un "genitore" (una guardia del corpo): i famosi "Big Daddy." E, ancora una volta, Bioshock si dimostra un titolo diverso dagli altri perché non ci farà attaccare a vista, ma solo se metteremo in pericolo la vita delle "sorelline": insomma, la scelta sarà nostra, in tutti i sensi, e nostro sarà il compito di trovare la soluzione a tale dilemma.

[img alt='Pronti per lo scontro con un Big Daddy']/immagini/Giochi/category1306/picture28005.aspx[/img]

Oltre a tutto ciò, Rapture ha il grande merito di sapersi raccontare sia attraverso una grafica sublime nel concept così come nei dettagli, sia attraverso alcune registrazioni lasciate da "celebri" personaggi della città. Sono proprio tali nastri, dislocati ovunque nell’intera area di gioco, la trovata più geniale che troveremo nel titolo senza la quale Bioshock non riuscirebbe a far emergere le molteplici sfaccettature della sua trama e a trasmetterci quella giusta dose di curiosità, quella voglia di continuare a giocare, di non fermarsi, di scoprire, che solo pochi giochi riescono a offrire.

In conclusione, di fronte alla possibilità di raccogliere un Plasmide, un’arma o una registrazione, ci catapulteremo ad ascoltare l’ennesimo vaneggiamento del dottor Steiner o un’acrobazia logica di Ryan; incredibilmente, l’arma sarà l’ultima cosa che guarderemo. Ecco spiegato perché Bioshock è così diverso: ecco perché è uno dei più bei giochi di tutti i tempi.

Conclusioni

Bioshock non è un gioco perfetto, ma è sicuramente un esperimento molto coraggioso degli ex-Irrational Games. Non "un System Shock", è solamente single-player e, forse, qualche cut-scene in più sarebbe stata gradita, ma tutto ciò può essere visto come uno spunto per il prossimo titolo della serie. Bioshock "1" va bene così com’è…

… e ve ne renderete conto quando, giocando, vi troverete accanto la vostra ragazza (o il vostro ragazzo) tutta intenta a capire cosa accadrà nella prossima scena.

Valutazione

Presentazione: 10
Fin dalla confezione (in metallo anche nell’edizione "standard"), Bioshock fa trasparire la cura per i dettagli e la sua qualità. L’ambientazione, l’atmosfera e il design fanno il resto. Semplicemente irresistibile.

Game-play: 9.6
Semplice e complesso allo stesso tempo. Coinvolgente.

Grafica: 9.5
Non vi stancherete mai di esplorare ogni singolo angolo della città di Rapture. L’acqua, elemento fondamentale, è riprodotta come mai prima d’ora in un videogioco.

Sonoro: 9
Impeccabile il doppiaggio, completamente in italiano. Le spensierate musiche d’epoca si contrappongono a quelle inquietanti delle fasi più pericolose: l’effetto è indescrivibile.

Longevità: 9
Circa 20 ore di gioco single-player per un’esperienza indimenticabile.

Multiplayer factor: N.D.
Il gioco è incentrato al 100% sull’esperienza per giocatore singolo.

Valutazione Complessiva: 9.7

Bioshock non è un videogioco. E’ un’esperienza. Da vivere attimo per attimo, dettaglio per dettaglio. 2K Games ha tirato dal cilindro una delle migliori produzioni videoludiche di tutti i tempi. Imprescindibile.

Articolo a cura di Sergio Giannone e David Famà, XboxWay Staff.

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