Titolo: Call of Duty 3
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Treyarch
Publisher: Activision
Data di uscita: 10 Novembre 2006
Nell’ultimo periodo sono aumentate a dismisura le trasposizioni virtuali della Seconda Guerra Mondiale (per gli amici, sempre che ne abbia, WWII). Dopo un primo periodo di monopolio, la lotta si è accesa e il podio, conquistato da tre titoli (Medal of Honor, Call of Duty, Brothers in Arms), vede un primo posto ancora incerto; quindi non è da considerarsi un paradosso se la rappresentazione del più grande conflitto mondiale ha innescato un grande conflitto videoludico, a colpi di spettacolarità e vendite.
Ho killato Achille
La chiamata alle armi ci ha fatto squillare il cellulare per la terza volta. Rispondo, il commesso mi avverte dell’arrivo anticipato del titolo, un po’ tutti lo hanno preso prima del lancio (che fortuna!).
[img alt='Call of Duty 3 fa della spettacolarità delle missioni uno dei suoi principali punti di forza']/immagini/Giochi/category1399/picture19289.aspx[/img]
Entro le sei del pomeriggio ho in mano il gioco, Call of Duty 3, prossima fermata: il salotto. Entro in casa e, da bravo conoscitore della tradizione Infinity Ward (la casa che ha sviluppato i primi due titoli e le espansioni più "pesanti"), accendo le casse prima ancora della TV. Le vetrinette tremano quando compare il logo della 360 e il mio sorriso si allarga, ogni colpo sparato dal mio fucile riecheggerà nell’eternità, le vetrine tremano ancora, mi godrò la vittoria contro l’Asse ed entrerò trionfante a Parigi, le vetrinette tremano, inonderò il Live di COD3 con la mia esperienza acquisita durante le partite al suo predecessore, le vetrinette tremano, fortuna che in salotto non ho vetrinette altrimenti le avrei già smontate.
Nulla del fascino di questo titolo dev’essere perso, non mi connetto nemmeno al Live, uccidere un nemico con il suono dell’avviso "Tizio è connesso" non sarebbe la stessa cosa. Quando inserisco il titolo mi aspetto il logo frizzante di Activision e quello roboante di Infinity W… che però non arriva, infatti sullo schermo si presenta il logo della casa di sviluppo Treyarch.
Ok, questo era per mettere un po’ di mistero, sapevo di non poter vedere il logo roboante, per il semplice motivo che Call of Duty 3 non è stato sviluppato dal team originale, ma dato in appalto (pensate che suoni brutto? Provate "prestato", n.d.r.) ai ragazzi della casa Treyarch ("Trearchi"… l’assonanza si vede tutta nel logo, tre archi che si incrociano formando una sorta di trifoglio), che ne hanno volentieri raccolto l’eredità e trasportata nella nuova generazione; il secondo titolo, infatti, vide la luce della next-generation solo su Xbox 360.
Nel momento in cui inizio a giocare, capisco che Treyarch ha compreso la parola base della serie: epico. Tutto, dalle scene tra una missione e l’altra, a quelle in gioco alle situazioni estreme devono essere epiche. Quindi non mi sarei affatto stupito di sparare e veder un sgargiante elmo rotolare a terra dopo aver lasciato la testa del suo agonizzante proprietario… eh si, avrei potuto "killare Achille".
Dottore in sala rianimazione! Dottore!
La prima missione ha tutte le carte in regola per essere parte di quella tradizione perpetrata nei vari capitoli precedenti, se non fosse per la grafica. La next-gen ha già da far vedere la sua influenza sul titolo bellico più appezzato del momento, quasi che gli avesse detto "Di qua non passi con queste texture". Infatti, la grafica dei lavori di Infinity Ward aveva un che di particolare, quasi che volesse imprimere al massimo l’idea di combattere negli anni quaranta del secolo scorso, a volte fu anche criticata, ma nel profondo sappiamo che se un corpo a terra non si muove o da segni d’interazione con il giocatore non è per pigrizia ma per scelta, e poi, ammettiamolo, nella confusione tipica delle battaglie più cruente nessuno si preoccuperebbe di controllare la fisica di un cadavere, a meno che non voglia andarsene con un proiettile nella tempia.
[img alt='La classica modalità di mira della serie Call of Duty']/immagini/Giochi/category1399/picture19303.aspx[/img]
Un audio strepitoso e un’atmosfera estremamente immersiva facevano passare in secondo piano un tedesco morto nella stessa posizione del suo compagno o un muro tutto uguale di metro in metro.
L’impatto è devastante, appena il nostro personaggio apre gli occhi ci troviamo di fronte a quella che possiamo definire "COD Revolution", questo nomignolo lo useremo anche più avanti perché i ragazzi di Treyarch hanno avuto la geniale intuizione di introdurre piccole chicche molto influenti per quanto riguarda il rinnovamento del gameplay. Soldati molto dettagliati ci presentano granate e fucili altrettanto realistici, si possono leggere i numeri di serie degli MP40 quando andiamo a mirare di precisione (con la classica mira alla COD, lungo l’arma).
Inoltre, anche i paesaggi reggono benissimo il confronto con molti giochi attuali e ben più acclamati. In una missione per conto dell’esercito degli Stati Uniti ci si trova in una foresta talmente ben fatta che il dubbio di aver inserito il disco di Oblivion arriva molto presto… come i colpi di MG42 in veloce smentita.
Purtroppo, una volta finito l’addestramento iniziano le missioni vere e proprie ed è lì che qualcosa scricchiola e infine cede. Come un bimbo su una bici troppo grande, Call of Duty 3 perde l’equilibrio e non lo ritrova fino al cambio di bandiera (cioè fino a quando si comincia a usare un soldato diverso). Ma cos’ha spinto Call of Duty 3 giù dalla bici? E la caduta quanto l’ha danneggiato? Centra qualcosa la "COD Revolution"?
Andiamo con ordine. La prima missione, quella tra l’altro vista nel video dove un aereo impatta con un campanile, è veramente spettacolare, la confusione di una vera battaglia viene riprodotta con dovizia di particolari e quando una postazione fissa viene investita da un aereo, l’impianto Dolby Sorround deve concentrarsi o scoppia tant’è il rumore e la confusione (in senso buono).
Non c’è un attimo di tregua, il Thompson non si può raffreddare e le granate arrivano da ovunque. Si incontra per la prima volta la "COD Revolution", infatti le granate dei tedeschi potranno essere raccolte e rilanciate verso i legittimi proprietari, ovviamente entro un tempo preciso o il botto porterebbe via il braccio del nostro soldato… e non solo. Una volta sconfitti i tedeschi, iniziamo a combattere un altro nemico, un buon… anzi ottimo… inizio lascia spazio a una continuazione incerta che tocca il fondo nel momento in cui appaiono fastidiosi bug, sia nelle texture che nelle animazioni.
Durante la traversata della città, un commilitone cade a terra morto, probabilmente un colpo apoplettico, un altro cerca di attraversare un suo compagno… riuscendoci.
Nei combattimenti le animazioni non possono essere interrotte, quindi sparando ad un tedesco in procinto di lanciare una granata, lo vedremo morire solo dopo aver scaraventato l’esplosivo verso i nemici. Una delle grandi conquiste avute con Call of Duty 2, la possibilità di scavalcare piccoli ostacoli, è scomparsa impedendoci di saltare ostacoli non più alti di una sedia. A volte intere azioni sembrano prede del lag (in single-player!) e le animazioni zoppicano.
Fortunatamente sembra uno svenimento temporaneo, appena cominciata la campagna inglese tutto torna alla normalità e Call of Duty si rimette ben presto in carreggiata con delle missioni veramente straordinarie (quelle americane per lo più).
Il paziente si riprenderà, ma qualche problemuccio rimarrà per sempre…
Condivisione forzata
Ogni rivoluzione ha i suoi lati negativi e anche la "COD Revolution" non ne è esente.
Infatti, durante lo sviluppo sono state fatte delle scelte che qualsiasi giocatore avrebbe ritenuto folli, ma che, non si sa come mai, sono state prese comunque.
[img alt='Ovviamente, i carri armati saranno, ancora una volta, lì a "farci compagnia"']/immagini/Giochi/category1399/picture19286.aspx[/img]
La prima, e la più irritante, sta nell’impossibilità di saltare i filmati d’intermezzo, quando andremo a caricare la missione in corso (non dopo il decesso del nostro giocatore ma magari dopo una pausa con conseguente ritorno al menù) dovremo rivedere tutto il filmato precedente alla missione, tutto… non un secondo di più e non uno di meno. Ciò è decisamente limitante per chi volesse accendere, caricare e giocare. Fortunatamente questi filmati (fatti con la grafica di gioco) non sono molto lunghi, ma bastano per farci premere convulsamente il pad in cerca di qualche combinazione di tasti per saltare il tutto.
Una volta accettato questo (che praticamente è dopo aver finito il gioco) ci si trova di fronte ad un altro colpo basso. Il capitolo precedente permetteva una certa libertà di movimento negli scenari, COD3 invece imbriglia il giocatore in un percorso obbligatorio duro da digerire. Certe porte superate, certi gradini saltati, divengono dei limiti invalicabili (con veri e propri muri invisibili) che costringono il giocatore a proseguire in ogni caso.
Insomma, si nota molto di più la mano degli sviluppatori che guida, quasi in maniera opprimente, il giocatore per tutto il gioco. Alcuni percorsi sono così "già scritti" che non ci sarà difficile immaginare la scena durante lo sviluppo, con lo sviluppatore colto nell’atto di decidere il nostro cammino. Non possiamo far altro che camminare…
COD Revolution
E’ giunto il momento di concentrare la nostra attenzione sulle vere novità offerte dal titolo.
Una nota di merito va infatti dedicata al team che ha saputo inserire abilmente dei mini-giochi all’interno delle missioni per renderle meno "monotone". Le bombe, o meglio, gli esplosivi plastici dovremo piazzarli premendo una precisa sequenza di tasti.
Durante certe scene verremo aggrediti da un tedesco e solo un tremendamente realistico duello in corpo a corpo ci farà portar la pelle a casa; anche questo attuabile attraverso delle combinazioni di tasti (vediamo se trovate la "citazione" a Salvate il soldato Ryan durante uno di questi duelli, n.d.r.).
[img alt='Uno scorcio della prima missione... davvero spettacolare!']/immagini/Giochi/category1399/picture16700.aspx[/img]
In una missione dovremo prendere un piede di porco (!) e aprirci la strada staccando assi marce dagli stipiti di porte distrutte. Altro piccolo e curioso elemento è la possibilità di scegliere il percorso, infatti durante la campagna capiterà spesso di aver due o tre percorsi da seguire e a seconda della nostra scelta affronteremo i nemici con certi compagni anziché altri.
Altra grande novità consiste nel poter utilizzare la jeep, certo in missioni precise e per percorsi già scritti, ma la visuale in terza persona potremo sceglierla noi…
Ma la VERA rivoluzione è la fisica. Si, signori e signore, in COD3 c’è della fisica alquanto convincente, che permette ai tedeschi di cadere in maniera quasi casuale se colpiti su un tetto, o agli oggetti investiti dalle esplosioni di schizzare per lo scenario. Inoltre, è possibile rompere i vetri e con un colpo di calce (del fucile… non il materiale edile) aprire un balcone e tendere delle imboscate al volo. Le esplosioni sono rese più realistiche dai corpi scaraventati in giro e dalla terra che si alza e ricade a coprire le recenti vittime (si, è poetico, non attuabile all’interno del gioco).
…e c’è anche l’arrosto!
Parliamo del lato meramente tecnico analizzando tre punti: grafica, sonoro e IA (Intelligenza Artificiale).
Come già accennato, il salto qualitativo della grafica è notevole, tanto notevole che proporzionando la qualità delle texture e gli oggetti in movimento e relazionando il tutto con qualsiasi altro videogioco attuale, COD3 ne uscirebbe a testa alta. Di ottima fattura sono le armi (il Ghewehr 43 è stupefacente), ma soprattutto le divise e gli effetti particellari quali fumo e polvere (terra o altre derivanti dalle esplosioni).
[img alt='Il dettaglio dei personaggi è aumentato di molto rispetto al prequel']/immagini/Giochi/category1399/picture19298.aspx[/img]
Menzione particolare e piccolo richiamo va proprio al fumo. Eccezionale nella sua fattura e nel suo realismo, pessimo nel fatto che molte volte è un ostacolo più per noi stessi che per i nemici che sembrano spararci tranquillamente anche attraverso il fumo.
Il sonoro, da sempre punto di forza del titolo, non smentisce le sue potenzialità, anzi! Alcune scene viste senza audio non direbbero assolutamente nulla, ma con un buon impianto home theatre sono epiche. Peccato per certe imperfezioni, soprattutto nel fatto che interi combattimenti sono senza musica (pregevole tra l’altro) e che oltre a riciclare molte frasi del secondo capitolo ("Ci rivediamo all’inferno… o a Berlino, non so dove arriverò prima" – "Cos’è, non sei abituato al fuoco di risposta?!"), gli ordini di missione, tipo "Uccidi quel cecchino" vengono ripetuti all’infinito con cadenza brevissima (10-15 secondi) facendo apparire il compagno un disco incantato.
La IA di per sé si dimostra molto valida, sia dalla parte dei nemici che da quella dei compagni che però hanno la brutta abitudine di schierarsi dietro di noi bloccandoci qualsiasi possibile ritirata. I tedeschi, in compenso, riescono a sfruttare molto bene i nascondigli. Se possiamo definire IA quella che gestisce la comparsa dei nemici dovremmo bacchettarla sulle mani un paio di volte. In certe occasioni, i tedeschi escono sempre dallo stesso punto, in fila indiana, apparendo come prodotti di una catena di montaggio che può essere bloccata solo con il nostro avvicinamento al punto cardine della missione.
Live in buca!
Indubbiamente c’è da parlare molto del comparto multigiocatore di COD3. Completamente rivisitato nel suo essere, riesce a far capire quanto sia intenzionata questa testata videoludica nella corsa al primo posto.
[img alt='I mezzi di trasporto, come le jeep, sono utilizzabili anche in multiplayer']/immagini/Giochi/category1399/picture19309.aspx[/img]
Innanzitutto, il numero di partecipanti è vertiginosamente salito a 24, permettendo partite di dimensioni belliche in tutto e per tutto.
Appena cominciata una partita ci viene chiesto di scegliere la squadra (ovviamente Asse o Alleati); dopo aver scelto con chi stare, ecco che troviamo la prima grande novità: le categorie. Anziché la scelta dell’arma presente nel suo predecessore, infatti, COD3 richiede la scelta di un’intera classe tra Medico, Anticarro, Ricognitore, Fuciliere, Mitragliere.
Ognuno di questi ha il suo kit d’armi e la sua abilità speciale; il Ricognitore, armato con armi da lunghe distanze (cecchino in primis), ha la possibilità di ordinare attacchi d’artiglieria anziché lanciare granate. Il medico può curare i compagni agonizzanti e viene chiamato premendo B in punto di morte.
Tutto questo, unito all’inserimento dei mezzi di trasporto nelle partite (da guidare anche in compagnia), ha reso il Live di COD3 molto più tattico rispetto a quello del precedente episodio, dando un ulteriore tocco di realismo alle partite tra amici e non.
Inoltre, cosa molto importante, timorati di ripetere l’errore di Call of Duty 2, praticamente ingiocabile i primi tempi a causa del lag, gli sviluppatori hanno pensato bene di eliminare il problema alla fonte, senza patch successive. NON UN FILO DI LAG, questo va detto ad alta voce perché un po’ tutti sappiamo quanto conti in Live il lag.
Purtroppo ci sono piccole dimenticanze, per esempio l’impossibilità di creare una "stanza" prima dell’incontro costringendo gli amici ad aggregarsi dopo l’inizio della partita. Inoltre, tutte e otto le mappe, che fra l’altro sarebbero pochine, sono di dimensioni ragguardevoli rendendo lenti e monotoni i combattimenti a pochi giocatori. Questo può essere risolto con una patch per quanto riguarda le stanze e con un’espansione con nuove mappe… non dubitiamo di nessuna delle due.
Che la sfida continui…
Commento Finale
Gli sviluppatori si sono resi conto dell’onore e onere di continuare una saga di tale importanza e capace di generare tale attesa. Il compito è stato reso ancora più arduo dal fatto di essere in corsa per il podio di "Best WWII FPS" (categoria appena creata dal sottoscritto) cosa che non ha di certo alleggerito il peso di tale creazione. Purtroppo si sente la mancanza della casa madre, anche come mancanza di supervisione (apparentemente assente), ma gli errori commessi sono tutti eliminabili con patch mirate che, rilasciate il prima possibile, possono innalzare Call of Duty 3 oltre i suo avi.
La Pagella
Presentazione: 6.5
Filmato d’apertura in puro stile Call of Duty e menù finalmente diversi uniscono tradizione e novità in un giusto mix. Peccato per l’impossibilità di "skippare" i filmati d’introduzione alle missioni…
Gameplay: 8.5
Scattante, veloce e adrenalinico, il game-play messo a punto da Treyarch riesce a non apparire scontato grazie anche all’inserimento di piccoli "svaghi" molto ben congegnati.
Grafica: 8
Una vera e propria rivisitazione dello stile grafico della serie. Decisamente all’altezza della next-gen (ormai diventata "current-gen"); peccato perda punti a causa di compenetrazioni imbarazzanti, oggetti tutt’altro che solidi e animazioni indecise e a volte legnose.
Sonoro: 9.5
La punta di diamante del titolo. Perfetto, epico (a parte il problema della ripetitività delle voci), da sfruttare al massimo in ogni occasione (evitando denunce per distrurbo della quiete pubblica).
Longevità: 7.5
La campagna non è molto lunga e lascia l’amaro in bocca con un finale inaspettato (nel senso che arriva prima di quanto ci si aspetti), però la possibilità di giocare in Live e il giusto bilanciamento a seconda delle difficoltà lo rendono meno scontato e noioso di quanto potrebbe sembrare.
Multiplayer Factor: 8.5
Uscito da poco… rimane da vedere se godrà della fama di "Più giocato" ottenuta dal suo predecessore, ma le interessanti novità che ridefiniscono le strategie e le modalità di gioco potrebbero sortire effetti molto positivi. Lag completamente assente!
Voto Complessivo: 8.7
Ad un passo da Call of Duty 2 (cioè, solo un passo più avanti), Call of Duty 3 riesce a sopportare il peso dell’eredità lasciatagli, alcune imperfezioni potrebbero sminuire il risultato finale, ma qualche patch lo lancerebbe nell’olimpo dei giochi. Da avere assolutamente, ma da non considerare MAI come un gioco di passaggio in attesa di Gears of War.
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Si ringrazia Activision per la collaborazione