Recensione – Tom Clancy’s Splinter Cell: Double Agent (Xbox 360)

di • 28 ottobre 2006 • RecensioneCommenti (0)1209

Titolo: Tom Clancy’s Splinter Cell: Double Agent
Genere: Azione/Stealth
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 19 ottobre 2006

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Chi l’avrebbe mai detto che Sam Fisher, il più grande agente segreto degli Stati Uniti, sarebbe dovuto finire nell’angusta cella di una prigione. Ma, si sa, un agente segreto come lui è pronto a tutto pur di sventare l’ultima minaccia terroristica!

[img alt='Sam avanza con passo vellutato']/immagini/Giochi/category1220/picture9389.aspx[/img]

Tom Clancy’s Splinter Cell: Double Agent è la prima apparizione next-gen della serie Ubisoft che è stata, con il suo primo episodio – uscito nel 2002 – un simbolo per la prima Xbox.
Dal primo episodio a questo Double Agent, passando per Pandora Tomorrow e Chaos Theory, poco è cambiato, e Sam Fisher si ritrova, ancora una volta, a dover fronteggiare una nuova minaccia terroristica, seppur in una modalità completamente diversa dal solito: dal suo interno.

Il gameplay è rimasto quasi del tutto invariato, a parte qualche interessante innovazione legata al nuovo ruolo da "doppiogiochista" di Sam, così come l’intelligenza artificiale dei nemici, che non mancherà di stupirvi (in negativo, purtroppo) in svariate occasioni.

Ottimo il comparto grafico, un po’ meno quello sonoro, profonda la modalità multi-player, ma andiamo per ordine e iniziamo a parlare della…

…Trama

Come anticipato, in questa nuova avventura Sam Fisher ricoprirà un ruolo a lui del tutto inusuale, quello del "doppiogiochista".

[img alt='Una delle prime missioni del gioco è ambientata nella gelida costa siberiana']/immagini/Giochi/category1220/picture18749.aspx[/img]

Il nostro agente segreto, infatti, dopo aver subito un importante shock per la perdita di una persona a lui molto cara ed essersi quindi concesso un periodo di pausa dal lavoro, torna a collaborare con l’infallibile NSA. L’organizzazione anti-terroristica comandata dal colonnello Irving Lambert dovrà stavolta far fronte ad un nemico più pericoloso e combattivo che mai, la John Brown’s Army (JBA), fondata dal rivoluzionario Emile Dufraisne con lo scopo di cambiare "il sistema" con mezzi assolutamente poco pacifici.

L’obiettivo di Sam? Infiltrarsi in questo rivoluzionario gruppo di terroristi, ottenere la loro fiducia, entrare in possesso di delicate informazioni e fornirle alla NSA.

Semplice a parole, un po’ meno nei fatti!

Le "due facce" di Splinter Cell Double Agent

Così come Sam Fisher ricopre due ruoli, anche il gioco in sé può essere considerato una sorta di medaglia in cui da un lato abbiamo la modalità Single-Player, ben realizzata e concepita ma con alcuni difetti (l’IA su tutti) che analizzeremo più avanti, e un’altra con la modalità Multi-Player, ottimamente realizzata, sicuramente la più "brillante" delle due in termini di innovazioni e profondità.

Single-Player
Il Single-Player di Double Agent non introduce, in quanto a gameplay, granchè di nuovo rispetto ai prequels, soprattutto rispetto a Chaos Theory. Il nostro Sam Fisher è in grado di far fuori i nemici con attacchi stealth spettacolari, di utilizzare i suoi famosi gadgets tecnologici. Nulla, insomma, che non abbiamo avuto modo di vedere (e apprezzare) in passato.

[img alt='Per mantenere la fiducia di una delle due organizzazioni (NSA o JBA) dovrete effettuare delle drammatiche scelte']/immagini/Giochi/category1220/picture18746.aspx[/img]

Tutto ciò, però, viene presentato sotto una nuova veste. Sam, infatti, utilizza tutta la sua "esperienza" maturata in passato per affrontare la sua nuova, difficile missione che si dislocherà in ambientazioni molto diverse tra loro e soprattutto diverse da quelle in cui le precedenti avventure erano situate. Al contrario dei prequels, Double Agent propone un misto tra ambientazioni "dark" (poche) e ambientazioni soleggiate (molte). Nelle seconde, Sam non potrà ovviamente contare sull’ombra e sull’oscurità per nascondersi dai nemici, ma dovrà affidarsi molto di più alle coperture "tradizionali", il che cambia quasi radicalmente l’approccio al game-play da parte del giocatore.

Ma andiamo a quella che è la novità principale di Double Agent: il sistema di fiducia. Abbiamo più volte detto che, in questa nuova avventura, Sam recita due ruoli, quello di agente della NSA e quello di "finto-terrorista" per conto della JBA. Ebbene, per portare a termine le missioni, dovremo cercare di mantenere la fiducia da entrambe le parti, raggiungendo degli obiettivi paralleli spesso in contrasto fra loro, in cui saremo quindi chiamati ad effettuare delle scelte. Ogni scelta farà riempire o svuotare la relativa barra di fiducia delle due organizzazioni; se una delle due si svuota del tutto, la missione fallisce. Una novità che dona al gioco diversi finali e un alto livello di rigiocabilità.

[img alt='La IA dei nemici lascia a desiderare...']/immagini/Giochi/category1220/picture13710.aspx[/img]

Fin qui, il Single-Player di Double Agent sembrerebbe ottimo e in realtà lo è, o meglio, lo sarebbe completamente se solo non fosse minato da un’Intelligenza Artificiale (IA) dei nemici che definire superficiale è poco. Sappiamo tutti l’importanza di una profonda IA in un gioco stealth ed è impensabile che, nel quarto capitolo di una serie così apprezzata come quella di Splinter Cell, questa sia rimasta praticamente invariata rispetto a quella del "capostipite", anche dopo il passaggio alla nuova generazione di console.

In Splinter Cell Double Agent, i nemici si comportano infatti esattamente come nel primo Splinter Cell. Sam fa una mossa azzardata facendo troppo rumore? Il nemico, da una distanza di 100 metri, si insospettisce e si da alla vostra ricerca. Sam passa a distanza di due centimetri dal nemico? Questi NON se ne accorge solo perché l’azione si svolge completamente al buio!
In parole povere, ci si ritrova in situazioni assurde e, sinceramente, da questo debutto next-gen della serie, ci aspettavamo qualcosa in più sotto questo punto di vista: peccato!

Non potendo quindi prevedere le poco plausibili reazioni dei nemici, data la paura di dover ricominciare il percorso da capo vi ritroverete a salvare i vostri progressi molto spesso, quasi ad ogni ostacolo superato, il che, alla lunga, risulterà frustrante, data anche una certa lentezza del gioco nel caricare la schermata per il salvataggio.

Tralasciando la deludente IA, comunque, l’avventura per giocatore singolo non mancherà di regalarvi emozioni e tensioni, complice anche una trama leggermente meno "banale" e scontata del solito.

Multi-Player
Eccoci arrivati all’altra faccia della "medaglia" di Splinter Cell Double Agent, quella sicuramente più appagante, ovvero la modalità multi-player.

Introdotta in Pandora Tomorrow – il secondo capitolo della serie – la modalità multi-player è subito stata accolta in modo molto positivo dal pubblico e, in questo quarto capitolo, Ubisoft è riuscita a renderla ancora più appagante e profonda grazie ad alcune novità come l’aggiunta di altri due giocatori. Le sfide multi-player, adesso, possono infatti essere giocate in 3 vs 3 e, mantenendo il concept introdotto in Pandora Tomorrow, consistono ancora una volta in fantastici scontri tra spie e mercenari.

[img alt='La modalità multiplayer è quella più riuscita']/immagini/Giochi/category1220/picture15812.aspx[/img]

Il compito delle spie, con l’aiuto di numerosi gadget tecnologici, è quello di scaricare files e informazioni da uno dei diversi terminali presenti nella mappa e portarli alla "base". I mercenari, ovviamente, dovranno cercare di impedirglielo, e potranno farlo grazie all’ausilio di armi più potenti e di uno speciale "rilevatore".

Vestire i panni di una spia o di un mercenario comporterà delle sostanziali differenze in termini di game-play. Le spie, in grado di muoversi molto velocemente, hanno una visuale in terza persona (come quella del gioco in single-player), mentre i mercenari, meno agili e manovrabili, vengono controllati con una telecamera in soggettiva.

L’azione online risulta molto frenetica e sostanzialmente diversa da quella della modalità single-player, e il tutto è reso ancora più interessante dalla possibilità di formare delle "squadre" o da quella di introdurre dei BOT, ovvero personaggi controllati dall’intelligenza artificiale. Da notare, però, che i BOT possono vestire soltanto i panni dei mercenari.

Insomma, un multi-player davvero ben implementato tanto da risultare quasi come un gioco a sé stante, che riuscirà a regalarvi tanto divertimento.

Un infiltrato dall’aspetto next-gen

Il primo Splinter Cell lasciò tutti a bocca aperta per la sua splendida grafica in grado di spremere al massimo le potenzialità della prima Xbox. Double Agent non è da meno, e, pur non riuscendo a sfruttare completamente l’enorme potenza di Xbox 360, riesce a proporci una grafica spettacolare. Sam Fisher è più "vivo" che mai, i dettagli che compongono il suo modello 3D sono davvero numerosi. Menzione d’onore va al sudore visibile sulla pelle della nostra spia, così come all’ottima realizzazione dei tessuti dei vestiti e agli effetti di luce.

[img alt='Incredibile il livello di dettaglio di Sam Fisher']/immagini/Giochi/category1220/picture18747.aspx[/img]

Peccato per qualche insistente calo di frame-rate. L’azione, quasi inspiegabilmente, non risulta fluida, soprattutto nelle fasi più concitate. Questo è davvero un peccato, un difetto che, forse, si sarebbe potuto risolvere con un po’ più di tempo a disposizione.

Le animazioni di Sam sono rimaste quasi identiche a quelle di Chaos Theory: non è di certo un male, dato che sono comunque ottime, ma qualche novità in questo campo non avrebbe certo guastato, soprattutto per il fatto che l’hardware a disposizione dei programmatori avrebbe sicuramente permesso di fare molto di più.

Bellissime le ambientazioni, tutte molto diverse tra loro e riprodotte con molta cura per i dettagli. In particolare ci ha colpito il livello ambientato a Shangai, in cui il nostro Sam si ritrova appeso alle finestre di un altissimo grattacielo, mentre sullo sfondo "luccica" la città e spiccano dei bellissimi fuochi d’artificio, i cui bagliori si riflettono sulla sudata pelle di Sam, "colorandolo" per qualche istante.

Il comparto sonoro non lascia il segno, proponendo delle musiche abbastanza ripetitive e non particolarmente degne di nota. Gli effetti sonori, inoltre, sembrano essere stati "riciclati" dai precedenti episodi. Tuttavia, nel complesso risulta godibile, soprattutto grazie all’ottimo doppiaggio in italiano.

Commento Finale

Splinter Cell Double Agent fa centro in alcuni punti e manca completamente il bersaglio in altri. Gli aspetti in cui fa centro sono sicuramente il multi-player, davvero ottimo, divertente, appagante. Gli obiettivi mancati ruotano invece tutti intorno all’Intelligenza Artificiale che "muove" i nemici nell’avventura per giocatore singolo, risollevata, comunque, da una trama abbastanza coinvolgente e in grado di mantenere le aspettative dei fan della serie.

La grafica, sorprendente per alcuni dettagli e per la cura nei particolari, mantiene alto il nome della serie, anche se, in ottica "next-gen", pretendiamo molto di più.

In definitiva, Tom Clancy’s Splinter Cell: Double Agent, seppur deludente sotto alcuni aspetti, è sicuramente un ottimo debutto della serie nella nuova generazione. Consigliato a tutti gli appassionati del genere e a chi è alla ricerca di un ottimo gioco da "spolpare" letteralmente su Xbox Live. Insomma, promosso, ma la prossima volta ci aspettiamo decisamente di più!

La Pagella

Presentazione: 7.5
Caricamenti un po’ troppo lunghi si contrappongono a menù di gioco abbastanza semplici e intuitivi. Libretto d’istruzioni chiaro e preciso.

Gameplay: 7
Niente di particolarmente innovativo rispetto al passato (a parte il nuovo, interessate, sistema di fiducia). Un’Intelligenza Artificiale deludente mina irrimediabilmente un gameplay che, altrimenti, sarebbe stato quasi perfetto.

Grafica: 8
Ottimi i dettagli che compongono il modello 3D di Sam Fisher, bellissime le ambientazioni. Una grafica che nel complesso risulta spettacolare: unica nota negativa le insistenti incertezze del frame-rate.

Sonoro: 7.5
Come sempre, gioco completamente doppiato in italiano. La colonna sonora, pur risultando godibile, non lascia il segno, mentre gli effetti sonori ci sono sembrati riciclati dai precedenti episodi.

Longevità: 8
I diversi finali innalzano il livello di rigiocabilità del titolo, mentre il multiplayer lo rende praticamente infinito.

Multiplayer Factor: 9
La modalità multi-player è quella più riuscita del gioco. In quanto a divertimento supera addirittura quella single-player, regalandovi numerose soddisfazioni.

Voto Complessivo: 8

Bella l’avventura single-player, superlativo il multi-player. Splinter Cell Double Agent è il gioco ideale da abbinare all’acquisto di un abbonamento a Xbox Live Gold.

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Si ringrazia Ubisoft per la collaborazione.

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