Titolo: Marc Ecko’s Getting Up: Contents Under Pressure
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox
Sviluppatore: The Collective
Publisher: Atari
Data di uscita: 17 Febbraio 2006
Ci sono dei momenti della nostra vita in cui ci sentiamo chiusi, momenti in cui vorremmo sfogarci con qualcosa o qualcuno, momenti in cui dobbiamo esprimere tutto il nostro lato creativo! Quale occasione migliore per farlo se non videogiocando questo nuovo prodotto Atari? Se poi il prodotto in questione è originale ed in parte riuscito, ancora meglio!
Marc Ecko’s Getting Up: Contents Under Pressure (che ne dite se abbreviamo un po’? Chiamiamolo Marc Ecko’s d’ora in poi) ci mette nei panni di un ragazzo di nome Trane. In una città che rischia di soffocare la libertà personale e le aspettative di ognuno di noi, un bel giorno il nuovo sindaco decide di dire basta ai graffiti e agli atti di vandalismo in generale, usando il pugno di ferro: polizia e squadre speciali sono autorizzate a ricorrere alla forza bruta. Ovviamente tutto ciò non ci sta bene ed è qui che entriamo in gioco noi, lanciandoci in una lunga avventura a suon di graffiti e cazzotti!
Libertà di espressione
L’ottima presentazione ci immerge subito nell’atmosfera sporca e povera che pervade l’ambiente in cui viviamo; vicoli sempre scuri, muri tappezzati di colori, fumi e suoni fanno da cornice alla nostra vita. Scelti i nostri modelli di graffiti (selezionabili dall’apposito book, inizialmente limitato) è ora di lanciarci nelle nostre primissime missioni. Il gioco è impostato come un’adventure-game in terza persona, con la telecamera che ci inquadra quasi sempre dietro le spalle, con rari momenti in cui si fissa per consentirci di superare determinati punti attraverso l’angolo migliore. L’area di gioco è liberamente esplorabile e tutto ciò (in linea di massima) che possiamo toccare, può anche essere vittima di una nostra bella firma. L’operazione è davvero semplicissima: basta avvicinarsi ad una superficie, premere il grilletto destro, selezionare il tipo di graffito e il colore, confermare e… fatto! Il discorso cambia quando dovremo creare dei graffiti richiesti dalla missione principale (o dalle sottomissioni): qui, una volta cominciata l’opera, un timer si attiverà e dovremo anche stare attenti a non creare gocce sul disegno, non spruzzando troppo, cioè, nello stesso punto. Anche l’aria della bomboletta richiede ogni tanto una pausa. Ad operazione finita guadagneremo la tanto agognata reputazione (utile per sbloccare alcuni bonus e salire di grado tra i graffitisti). La maggior parte del gioco ruota attorno all’opera di creare graffiti in determinati punti (il tasto nero attiva un focus che ci permette di individuarli facilmente) e sovrapporre i nostri a quelli delle bande rivali. Molta enfasi infatti sarà data a questa lotta, anche attraverso sequenze animate realizzate con il motore del gioco, ottimamente realizzate per regia e scelte stilistiche, il tutto completamente doppiato in un buon italiano, ovviamente ben farcito di parolacce varie. Il rimanente è riservato all’esplorazione dell’area, utile per imbrattare la nostra città, ma anche per scovare segreti, scattare particolari foto in punti prestabiliti (per sbloccare bonus) e cercare oggetti utili al momento come ripristinatori di energia, mazze e armi varie. Queste fasi di esplorazione si articolano anche in verticale con il nostro eroe che si arrampica su tubi, assi, reti ecc.: anche in queste sezioni, così come durante la realizzazione dei graffiti, i comandi rispondono in maniera precisa e adeguata, ovviamente sarà richiesta una pratica minima. La telecamera, però, non sempre riesce a darci l’inquadratura migliore, specie quando non è più controllabile da noi attraverso la levetta destra.
Parlavamo dell’esplorazione al fine di trovare oggetti e armi perché, come avrete intuito, nei vari quartieri che visiteremo non saremo mai soli e le risse saranno all’ordine del giorno! Lo stile un po’ grezzo e smanettone dei combattimenti "ben" si adatta con i personaggi, dato che siamo graffitisti, non esperti di karate! Sono comunque disponibili brevi combo, un paio di prese e qualche mossa speciale! Il livello di difficoltà di questi scontri è relativamente bilanciato e richiedono sempre attenzione se non si vuole finire in anticipo la partita. La difficoltà sale quando si incontrano le forze speciali, personaggi rilevanti o ci troveremo in inferiorità numerica. Purtroppo l’intelligenza artificiale dei nemici è davvero limitata, sia nei combattimenti che nelle sezioni stealth, dove è meglio evitare gli incontri ravvicinati. In generale tutti ripetono gli stessi schemi di attacco tra i pochi programmati e sono capaci di perderci di vista, durante le nostre fughe, davvero per poco. Dopo un iniziale entusiasmo, il gioco perde molto del suo interesse, questo perchè alla fine gli obbiettivi finiscono per ripetersi o comunque somigliarsi in maniera paurosa: si tratta troppo spesso di realizzare graffiti in determinati punti e accedere così alla zona successiva. Davvero un peccato, qualcosa in più sotto questo aspetto andava proprio fatto.
Stile di vita
Tutto il gioco è pervaso da uno stile davvero soddisfacente, così come il motore grafico che riesce a ricreare quelle ambientazioni tipiche che i programmatori avevano in mente. Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro, ma tutto è davvero funzionale. I modelli poligonali dei personaggi, così come le loro animazioni e i video, lasciano un po’ a desiderare mentre colori, disegni, graffiti e i vari menù di gioco sono stati davvero curati. Alla lunga gli ambienti e le strade sembrano un po’ somigliarsi, e forse si è puntato un po’ troppo al modello scuro e sporco di New York. Infine i livelli e la libertà di gioco in realtà sono davvero limitati, questo perchè spesso ci troveremo a sbattere contro muri invisibili che delimiteranno l’area in attesa di completare gli obiettivi principali richiesti in quel punto.
Ottime le musiche in sottofondo, con alcuni brani orecchiabili che lasciano il segno nella nostra mente. Nella norma, invece, la campionatura degli effetti sonori.
Commento Finale
Marc Ecko’s Getting Up: Contents Under Pressure avrebbe potuto essere una piacevole e ammirevole sorpresa. Purtroppo l’iniziale entusiasmo viene in larga parte smorzato da alcuni difetti (telecamera, ripetitività dell’azione e intelligenza artificiale in primis) davvero grossolani. Anche perchè c’è tanto stile ed atmosfera, cosa che noi abbiamo tanto apprezzato. Ciò che rimane comunque non va sottovalutato, ci troviamo di fronte ad un gioco discreto e con trovate originali, che magari potrà interessare e attirare qualche giocatore in cerca di qualcosa di diverso dal solito.
La Pagella
Grafica: 7
Sonoro: 8
Giocabilità: 7
Longevità: 7
Voto complessivo: 7
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Si ringrazia Atari per la collaborazione.