Master Chief in missione su Marte (Prima Parte)

di • 24 novembre 2005 • Funny WayCommenti (0)526

Beh…è imbarazzante dirlo ad un pubblico così vasto, ma io durante la mia missione su marte sono stato aiutato! Spero non generi troppo scalpore, ma è così…durante un periodo difficile della mia lotta contro il male ho avuto un aiuto, anzi due. Sinceramente sarebbe stato meglio essere da soli…perché?Bhe perché…

Marte è troppo piccolo per tutti…e tre (forse quattro)
Il rumore di passi del corridoio era l’unico suono che tradiva la sua presenza, tutta la base ormai era infestata da spiriti malvagi che trasformavano gli scienziati e i commilitoni in autisti del lunedì, violenti, arcigni e siccome americani…armati! Ormai era la terza volta che si trovava da solo in un covo di nemici, evidentemente non aveva funzionato la zampa di coniglio, nemmeno il quadrifoglio, ferro di cavallo, peperoncino calabrese, la zampa di gallina, incrociare le dita…si insomma si sentiva un pelo (giusto un pelo) sfigato. Nonostante avesse un marsupio nel suo inventario figuravano tre mitragliatori, un fucile al plasma e un lanciarazzi con radio e tostapane incorporato. Era armato fino ai denti, le ferite gli guarivano con il semplice tocco dei medikit e gli zombie imitavano i bradipi. Ah si! Ovviamente in una base segreta su Marte e ultra militarizzata le munizioni erano in ogni sottoscala. Ma queste cose non potevano che avvantaggiarlo perché avrebbe dovuto liberare Marte dal male, e dagli scarafaggi…ma questi sono dettagli, finchè non seppe che gli scarafaggi erano alti 2 metri!

Dicevamo…
Il corridoio cadde improvvisamente nell’oscurità più totale e una voce tremendamente maligna urlò: "ENEL… tiè!" impaurendo un pelo l’impavido marine che caricò il fucile a pompa e lo puntò davanti a lui per potersi difendere da ogni attacco improvviso… l’ultima volta un folle zombie cazzeggiatore lo aveva graffiato strappandogli la calzamaglia, aveva pianto molto per quella cosa… ma era riuscito a confortarsi pensando che uno dei marine era morto sul cesso senza riuscire a leggere che l’Inter aveva vinto lo scudetto…."TIE’!", pensò, e riprese a camminare con i nervi a fior di pelle. Ad un certo punto un rumore di assi spostate lo fecero trasalire ed egli emise un urletto degno dei Village People. Il rumore si fece più vicino e un fascio di luce lo sfiorò poco prima che si nascondesse in un recesso (il "reginacesso" era chiuso…sigh!). Dopo che un tonfo gli fece intendere che era stata spostata una paratia iniziò a sentire una voce umana:

"Senti una cosa…è possibile che ci siamo persi? EH?! Cacchio Cortana rispondimi…!"

"Si un attimo stavo sfogliando le Pagine Gialle, ma alla voce covenant non c’è niente, manco sotto brutti e cattivi"

"Si forse perché sono meglio di te!"

"Oh! senti barattolino, ho fatto solo un errore in tutta la mia carriera di intelligenza artificiale…"

"Si ma il tuo errore ci ha portato su…MARTE!!!??"

"E questo come lo sai Master?"

"Bhe è scritto qua…"

"Qua dove?"

"Su questo stivale…UAC MARS CITY….quella la fabbrica dei Mars! Che c*lo…! Ma gurda dentro allo stivale, c’è anche un piede, e una gamba, e un ginocchio e unacannadifucileapompa! DOH!"

Il marine rimase totalmente sbalordito da ciò che si trovava di fronte: un soldato in armatura completa con tanto di casco e visiera dorata che sembrava provenire da una realtà totalmente differente.

"Mani in alto", disse.

"Ai non spicc ingliscccccc" rispose lo strano individuo.

In quel momento una voce femminile, proveniente dal casco, disse: "Ma sei deficiente? Hai parlato inglese fino ad adesso!"

"Si ma lui non lo sa…e poi..orco no! lo sto parlando..accidenti la mia linguAHIA, me la fono morfa!"

"Ecco bravo così stai zitto per un poco…idio-"

"Qui parlo io!" Urlò il marine "Che creature maligne parlano così bene la lingua umana?"

"Bhe maligne è tutto da vedere, siamo… diciamo….senti un poco non è che abbassi quel fucile? Mica ti mangio, al massimo ti sparo."

Il marine (quasi stupidamente) abassò il fucile e in meno di un secondo si trovò steso a terra con un ginocchio di Spartan (scommetto che lo avevate già capito ^^) in gola.

"Bene e ora che fai mio bel marziano?"

"Niente…"

"AH…allora posso lasciarti andare".

Ma in un batter d’occhio si trovò con il ginocchio del marine nelle costole e steso sul pavimento, ma in quel momento un urlo quasi disumano echeggiò nel corridoio: "Strooooooooooooooooog! A me luridi alieni, venite qua che vi fucilo tutti… muhahahahahah !" E da dietro l’angolo sbucò un soldato (così sembrava) con una pistola e degli occhi da brivido. Inutile dire che nella corsa inciampò sul marine e su Master Chief che stavano stesi sul pavimento; d’istinto il soldato si alzò e iniziò a sparare in ogni direzione. "AHO!Che scherziamo!? Questa doveva esere una base vuota e paurosa e non un convegno di dementi, ehi! Te dovresti sterminarci, non lottare con dei babbuini in armatura", disse uno dei demoni che si erano nascosti poco lontani.

"Babbuino a chi?!", urlò lo Spartan. Con un balzo si liberò del marine e polverizzò il demone con una testata.

"OUCH!!! Dovrebbe far male quella cosa", disse il marine con aria sorpresa e insieme di finto dolore.

"E si… mia nonna me la faceva sempre quando non finivo i compiti…" ammise Master Chief.

"Ah ecco perché sei così stupido" s’intromise Cortana.

"Taci donna!"

"Ok sto zitto e scusate tanto" disse il soldato esaltato.

"NO aspetta. Non stavamo parlando con te" si scusò il marine…

"ALT! Ricapitoliamo. Io mi chiamo Master Chief e devo salvare la terra".

"Io mi chiamo Matthew e devo salvare la terra".

"Io mi chiamo Giocatore e devo salvare la terra".

"Ahia! Conflitto d’interessi" disse Cortana, ma un coro di "TACI" la zittirono per un bel po’ di tempo.

I tre individui dopo essersi presentati e picchiati selvaggiamente per chi dovesse andare davanti agli altri, decisero di camminare uno in spalla all’altro e unirsi per salvare la terra (E martOUCH! OK OK sto zitto!). Camminarono in quell’assurda posizione per ben due ore, finchè non iniziarono ad incontrare i primi demoni. A quel punto divenne difficile sparare e, contemporaneamente, tenere in spalla il compagno; quindi decisero di infischiarsene delle posizioni e proseguire verso la meta a tutto spiano. Dopo due ore di massacri e porte chiuse (anche dopo i razzi) Master Chief si sedette in un angolo sbuffando.

"Che hai?" chiese Matthew.

"Che la missione di sto ominide qua è tutta un corridorio a porte chiuse!"

"Eh allora meglio… no!?".

"Si, ma hai mai visto un bagno finora?"

"AH! E’ vero…non ti sarai mica gagat-"

"Aho! Attenti c’e un rumore che proviene da la!"

"La dove?"

"la la"

"La?"

"Si la"

"No, io intendevo la"

"No la, la!"

"LA? SI? DO? RE? MI? FA? SOL?"
"LA; per la miseria, LA. "L", "A", ecco anche lo spelling!".

"Ah la?"

"Ok, io questo lo uccido!"

"No aspetta…guarda la", lo interruppe Master Chief.

"E poi uccido anche te Master"

"Con il tuo bel cannone?" disse una suadente voce femminile.

"Si, è un plasma a triplo carico con caricatore da…UAHU! Che demonessa!"

"Non è una deomonessa, almeno penso".

In quel momento una ragazza, molto sexy, era sbucata dal buio e si dirigeva verso il gruppetto.

Aveva i capelli lisci, rossi e uno sguardo molto, molto…beh…molto!

I tre rimasero inebetiti per un bel po’ prima di rendersi conto che la signorina aveva una pistola alla cintola e sembrava tutt’altro che un giocattolo.

"Che ci fai qua…?" chiese il marine.

"Bhè, ero in missione quando mi è successo, bhe, insomma…avete un bagno? Non riesco a trovarlo".

"Lo dicevo io", disse in tono saputello Master.

"Taci Cartaginenses".

"Ehi! Sono Spartan! E po-".

Ma un bel cazzotto del marine lo aveva steso per minimo due minuti.

"Non sta mai zitto", disse in tono di scusa Matthew.

"Si capisco", rispose la ragazza.

"Ma prego, dicci il tuo nome".

"Joanna".

"Io sono giocatore, lui è Matthew (detto quick) e quello la steso per terra è Master Chief".

"EHI! Sono Quake, non quick"

"Bhe dalla velocità con cui ti nascondi direi l’incontrario!".

Nel frattempo un demone stava contattando il suo capo:
"Signore! Sono in quattro e uno più scentrato dell’altro, compresa la donna".

"Mandate il mostro finale".

"Sarà fatto mio signore".

Master Chief si era ripreso e si era bevuto la storia del mattone che cadendo lo aveva colpito.

"Accidenti questi tetti di cartone, cadono con un niente", disse dopo la spiegazione.

"Eh si, è vero, ma ora bisogna continuare nella nostra missione…"

Ma in quel momento la porta alle loro spalle si chiuse bloccandoli nella stanza e una voce maligna disse: "EHI! Voi avete visto quello sul cesso, si quello dell’Inter non lo saprà mai…come? Sono in onda? Ah si?. A ok…qual’è la mia parte? Ah ok…ehm ehm….muhahahahahahahahah…"ciecpoint" e mostro finale".

Il gruppetto rimase in spasmodica attesa, fino a quando non apparve il mostro finale: era alto più di due metri e tutto vestito di nero, anche l’elmo e il mantello. Sul petto portava una spilla con scritto "5° raduno dei fisici di tutto il mondo: credete nella forza (che i vettori vi fregano)". Ma la cosa che li colpì maggiormente fu il fatto che il mostro respirava con un respiratore artificiale della Rowenta (per chi non si accontenta, e per chi si accontenta è sempre Rowenta ).

In quel momento una voce non del tutto umana, ma nemmeno robotizzata disse "Matthew, io sono tuo padre!"

—- FINE PRIMA PARTE —-
A presto per la seconda parte

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