Recensione – Brothers in Arms: Earned in Blood (Xbox)

di • 24 ottobre 2005 • RecensioneCommenti (0)1836

Titolo: Brothers in Arms: Earned in Blood
Genere: First Person Shooter
Piattaforma: Xbox
Sviluppatore: Gearbox
Publisher: UbiSoft
Data di uscita: Ottobre 2005

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A breve distanza dal primo episodio torna lo sparatutto tattico targato Gearbox. Il prequel aveva ricevuto moltissimi apprezzamenti arrivando ad intaccare la solida fama di Call of Duty e Medal of Honor. Questo nuovo episodio si presenta con una nuova storia e con un I.A. rinnovata, ma qualcosa inizia a scricchiolare in questo FPS bellico. I fratelli d’arme sono pronti a tornare nella mischia!

Un documentario dal vivo
Giocando a Brothers in Arms 2, la prima cosa che colpirà il giocatore è il realismo con cui sono narrate le vicende e gli scontri. La storia è abbastanza separata dal primo episodio e si svolge tutta in flashback. Infatti il gioco inizia con il sergente Joe Hartsock che viene chiamato da un suo superiore ad una tavolo dove, una volta accomodato, comincerà a raccontare una storia. E voi la rivivrete impersonando Joe, detto "Red". Per essere sicuri che i giocatori capiscano tutte le parti narrate, gli sviluppatori hanno incluso anche la possibilità di mettere ogni dialogo sottotitolato, e i filmati d’intermezzo non possono essere saltati, come se volessero istruire storicamente il giocatore; una specie di "educational game". Il tutto può sembrare interessante per chi gioca la prima volta, ma se "per sbaglio" spegnete Xbox, sappiate che dovrete riguardarvi il filmato appena visto senza possibilità di saltarlo. Il racconto inizia con il nostro personaggio che rimane incastrato su di un albero a causa del paracadute e salva la pelle grazie all’intervento di un commilitone che evita a Red un’iniezione di piombo tedesco. Una volta sceso dall’albero comincia il livello che illustrerà tutte le possibilità che ha un militare del vostro calibro. Il tutorial, infatti, spiegherà come ordinare ad un soldato di coprire le spalle al sergente o di gettarsi in un attacco frontale diretto alle linee nemiche. Potrete anche ordinare la creazione di una postazione per il fuoco di sbarramento o più semplicemente spostare i vostri subalterni da un posto ad un altro per evitare di vederli cadere a terra bucherellati da una postazione fissa tedesca. Una volta acquisita la capacità di dare ordini, il gioco inizierà a fare sul serio, catapultandovi in uno scontro a fuoco di modeste dimensioni. Durante il gioco vi troverete al comando di due squadre armate in maniera differente: la squadra per il fuoco di sbarramento sarà munita di armi pesanti come fucili a colpo singolo e bombe a mano, mentre la squadra d’assalto avrà a disposizione dei fucili mitragliatori per ripulire le zone da voi indicate. Tutto il sistema di ordini è molto semplice da usare ed immediato, ma, a volte, capiterà di sbagliare e portare i vostri uomini ad assalti spericolati o sbarramenti inutili; niente paura, la reattività dei vostri commilitoni è ben calibrata e ogni nuovo ordine anullerà il precedente, permettendovi di annullare in extremis un pobabile assalto suicida.

Si sente un certo scricchiolio…
Nonostante le missioni siano varie e sempre in posti molto differenti, ad un occhio attento non sfuggirà una certa monotonia nella meccanica di gioco che fa "scricchiolare" il tutto. Il meccanismo di gioco è, al 90%, basato sulla strategia e i combattimenti, in genere, si risolveranno sempre con pochi colpi da parte vostra, dopo che il nemico sarà stato inchiodato dal fuoco di sbarramento. Il tutto non dà, purtroppo, l’idea di essere all’interno di un conflitto di grandezza mondiale, ma piuttosto sembrerà di trovarsi all’interno di arene create apposta per brevi combattimenti, brevi, ma molto intensi. I vostri commilitoni, durante le missioni, useranno una quantità di cartucce inverosimile per creare un fuoco di sbarramento in grado di bloccare i soldati nemici dietro ad un riparo che, comunque, rimarranno in vita fino al vostro colpo di grazia, a meno che non manderete all’attacco la squadra d’assalto. Dopo poche missioni bisognerà rassegnarsi all’idea che i combattimenti avverranno "da riparo a riparo", a parte qualche rara occasione. In una missione, per esempio, avrete la possibilità di dare ordini ad un carro armato che, con il suo cannone, risulterà assai utile per ripulire le postazioni avversarie. Ciò che balza subito all’occhio è la discreta intelligenza artificiale del nemico che, una volta bloccato dal fuoco avversario, non si azzarderà nemmeno a metter fuori la testa per vedere come va la situazione, costringendovi ad andare là di persona, per finire il combattimento ingaggiato. Ovviamente, non appena vi affaccerete nella postazione tedesca, verrete accolti da una "simpaticissima" raffica di mitragliatore che, se vi coglierà impreparati, potrà anche rivelarsi mortale, concludendo nel modo più nefasto possibile la vostra missione. Piccolo particolare: dosate bene le vostre dosi di adrenalina per attacchi frontali in quanto in BiA2 non esistono i medikit, ma l’energia che avete all’inizio missione dovrà bastarvi fino alla fine, o verrete accolti a braccia aperte dall’oscura signora che vi riporterà al checkpoint più vicino. I checkpoint sono distribuiti in maniera abbastanza logica e, in genere, prima di ogni situazione difficile.  Le imperfezioni riguardanti la giocabilità non sono molte, ma quelle poche pesano non poco sul risultato finale. La mira "a la Call of Duty" (quella che mostra la canna del fucile) è pessima e, anche se molto verosimile, rischia di frustrare più di un giocatore, senza contare che per abbattere un tedesco ci vogliono anche quattro o cinque colpi sopra il torace, cosa tutt’altro che realistica. I caricamenti sono esageratamente lunghi e vengono ripetuti ad ogni decesso, anche se subito dopo la fine del caricamento precedente (in poche parole, anche se si muore subito dopo la fine di un caricamento). E ora la cosa più assurda in assoluto. I vostri commilitoni possono tranquillamente concedersi (solo nelle modalità più semplici) il lusso di morire perché, intanto, a fine missione verranno resuscitati senza penalità, comparendo belli arzilli nella missione successiva. Immediata l’accusa di plagio da parte di Lazzaro! :-D

Tecnicamente…
Degno di nota è sicuramente il compartimento sonoro. Durante il gioco non ci sarà una colonna sonora, ma gli effetti sonori sono veramente ben realizzati.
I colpi dei fucile sono riprodotti in maniera egregia e le esplosioni della granate sono impressionanti (senza contare l’idea del colpo di frusta originato dallo spostamento d’aria che riescono a dare). Il doppiaggio, anche se non eccezionale, può tranquillamente permettersi di guardare con superiorità certi doppiaggi di giochi anche più "famosi". I discorsi dei soldati e la voce fuori campo del sergente Joe Hartsock riescono a dare un forte tono drammatico a tutta la vicenda e, a renderla più reale, ci pensa la già citata mancanza di musica di sottofondo che finirebbe per rendere il tutto un pelo troppo epico. Peccato che la grafica, a differenza del sonoro, debba tenere gli occhi bassi e "vergognarsi" un pochino. Rispetto al primo episodio si notano certi miglioramenti, ma veramente piccoli e, dato i livelli raggiunti con altri giochi, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Inoltre si notano troppo spesso rallentamenti. Da notare anche grosse imperfezioni nell’intelligenza artificiale che renderà, a volte, i vostri commilitoni niente di più che dei manichini pronti per essere abbattuti e difficilmente recuperabili con ordini del tipo "mettetevi al riparo" o "ritirata". Il tutto riesce a rendere BiA2 un gioco degno di essere vissuto solo per gli appassionati dei giochi tattici ed è sconsigliato a chi preferisce azione allo stato puro.

Commento finale
Gearbox ha confezionato un altro buon gioco che riesce, bene o male, a divertire senza rendere le sessioni di gioco frustranti. Sicuramente una volta finito ci si sente veramente appagati perché si realizza di aver sconfitto i propri nemici non con la furia del piombo, ma con la bravura del cervello e dell’esperienza che si accumula missione per missione. Peccato per quelle immancabili imperfezioni che stonano un poco e per il comparto grafico che stride come unghie su di una lavagna. Brothers in Arms : Earned in Blood riuscirà facilmete a divertire gli appasionati del genere, ma per il terzo episodio ci sentiamo autorizzati ad aspettarci qualcosa di, più visto anche l’arrivo della next-gen marchiata Xbox 360.

La Pagella

Grafica: 6
Sonoro: 7.5
Giocabilità: 7
Longevità: 6.5

Voto complessivo: 7

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Si ringrazia UbiSoft per la collaborazione

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